Preferisci i cibi dolci o salati?

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Cibo respiro e pensiero:

la triade del benessere

fisico ed emozionale

In tema dei gusti a tavola, normalmente si riconoscono due categorie: quella degli estimatori dei cibi salati e quella dei golosi innamorati dei dolci.

I gusti sono gusti su questo non si discute ma a molti sfugge l’effetto che alcuni cibi scatenano a livello mentale.

Vi siete chiesti perché alcuni alimenti sono letteralmente irresistibili?

Quando hai appetito preferisci i cibi dolci o salati?

E quando sei annoiato?

O triste?

Di impulso, cosa compri al supermercato oppure ordini al ristorante?

Prova a rispondere anche solo mentalmente a queste semplici domande e poi leggi quanto segue.

Sei consapevole che…

Sapere perché siamo mossi verso certi piatti/snack e cosa succede se assecondiamo troppo spesso l’impulso al consumo o all’acquisto di quegli stessi prodotti è fondamentale per la tua salute e per quella della tua famiglia.

È risaputo che alcuni alimenti possono essere dannosi per la salute se consumati spesso come i cibi fritti, salati, elaborati e infarciti di grassi; altri, assai dolci, sono pieni zeppi di zuccheri, creme di ogni tipo e grassi. Tutti lo sanno che conviene non abusarne ma pochi riescono a gestire “l’attrazione fatale” verso di essi.

È stato dimostrato che alcuni alimenti possono scatenare una vera dipendenza in quanto accendono l’area cerebrale del piacere e della ricompensa. In altre parole, mangiando quei cibi tanto graditi (di solito un mix di grassi, zuccheri e sali) si attivano le aree sensoriali del piacere che procurano un vero godimento (detto punto di estasi o “bliss point”) che rimane impresso nella mente e vuole essere ripetuto.

A lungo andare, il rischio è quello di desiderare sempre più un certo alimento per il suo effetto appagante a livello cerebrale. Tale circolo vizioso manda “in tilt” il sistema di regolazione del senso di sazietà (meccanismo raffinato e delicato, regolato da specifici sistemi ormonali) con il risultato di “più ne mangi, più ne vuoi”.

Il cibo, tra l’altro, può avere un effettoansiolitico e calmante” che, anche se effimero, lega il consumatore a reiterare il gesto contro ogni logica (molti sanno che non dovrebbero ma non riescono a farne a meno; altri invece subiscono il senso di colpa per essersi lasciati andare e temono ripercussioni sulla salute e sulla linea).

La buona notizia è che, sempre, abbiamo la facoltà di scegliere: è il libero arbitrio a renderci liberi! Per esserlo, liberi, è necessaria la conoscenza.

Quando mangiamo cibi altamente processati e arricchiti di grassi, zuccheri e sali (come i dolci e dolciumi, le patatine, i cibi pronti particolarmente sapidi proprio grazie al carico di grassi, zuccheri e sali) o beviamo drink dolci (come la cola) o alcolici, si attivano sensori deputati al rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nella percezione del piacere e della ricompensa. Inoltre le tecniche di preparazione, cottura e presentazione dei prodotti “belli e buoni” alzano il potenziale di “dipendenza” per le loro caratteristiche sensoriali (cremosità, croccantezza, consistenza, profumo, colore).

Il benessere fisico e mentale ricercato da tutti si concretizza quando il piacere del cibo si sposa con il senso di sazietà, con la forza, l’energia vitale e si svela in uno stato di salute reale e percepito che nulla ha a che fare con la dipendenza.

Stare bene, essere “in forma” dipende dal nostro curriculum sanitario e dalle scelte che quotidianamente mettiamo in campo, a tavola e non; e decreta la qualità della vita.

Sapere, dunque, quali sono gli effetti che gli alimenti procurano nel corpo e nella mente, quali cibi preferire e quali invece consumare saltuariamente, ci rende liberi e consapevoli.

Gli Organismi preposti alla cura della persona (come il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità) attraverso lo studio dei fabbisogni alimentari di ogni categoria (classi di età, sesso, cultura, attitudini sociali e religiose) mirano a garantire lo stato di benessere diffuso che assicura qualità e quantità (longevità) alla vita degli umani. Ancora, basandosi sulla scienza dell’alimentazione e sulla ricerca continua, stilano protocolli alimentari volti a preservare la salute attraverso un comportamento alimentare consapevole.

I programmi di educazione alimentare che ne derivano suggeriscono di ridurre al minimo il consumo di tutti quegli alimenti intrisi di grassi, zuccheri e sali per il loro potenziale nocivo sulla salute e raccomandano di proteggere i bambini ed i giovani dalla “dipendenza alimentare” capace di minare il loro futuro di adulti sani e longevi.

LE LINEE GUIDA DELLA SANA ALIMENTAZIONE:

  • evidenziano gli effetti protettivi degli alimenti contenenti i nutrienti dalla comprovata azione benefica e riparatrice che andrebbero consumati spesso. Tra questi troviamo tutti i vegetali (ortaggi, frutta secca e fresca, legumi, cereali integrali, spezie) i pesci di piccole dimensioni (pesce azzurro), le carni magre
  • spronano ad una cucina semplice, casalinga ispirata ai dettami della famosa Dieta Mediterranea che valorizza i prodotti locali, la tradizione e la saggezza della cultura contadina
  • suggeriscono di ripartire correttamente i pasti nell’arco della giornata (colazione abbondante, pranzo calibrato, spuntini se necessari, e cena leggera), di svolgere regolare esercizio fisico e assecondare le personali richieste in tema di riposo e svago

La Dieta Mediterranea è riconosciuta a livello mondiale quale migliore scelta preventiva contro l’obesità, il diabete, le cardiopatie, la malattia metabolica, le forme infiammatorie e aiuta a mantenere il benessere di tutti gli organi ed apparati (sistema gastrointestinale, cardiaco, urinario, nervoso). Mangiare è un “fatto” serio ma allo stesso tempo semplice esattamente come la vita stessa. Tocca prenderne atto e farsene carico con “gusto”.

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