Il cibo è vita:

dimmi come mangi e ti dirò chi sei

Cibo respiro e pensiero:

la triade del benessere

fisico ed emozionale

Mangiare è un gesto che, a livello personale, sociale e culturale, assume tante sfumature.

Il detto “dimmi come mangi e ti dirò chi sei” compreso nell’opera “Filosofia del gusto” di Jean-Anthelme Brillant-Savarin agli inizi dell’ottocento, è ancora valido.

Ogni volta che ci nutriamo, compriamo il cibo, lo condividiamo o anche solo pensiamo, operiamo delle scelte precise che agiscono sul nostro equilibrio e benessere: il cibo è necessario, è fonte di piacere, di convivialità, è uno strumento di comunicazione, di cura personale ed altrui e, come lo assumiamo, cuciniamo, offriamo, racconta molto di noi.

Possiamo dire che il cibo è una forma di filosofia di vita, può decretare il nostro stato di salute e delineare il nostro futuro: le scelte odierne influiscono molto su quello che saremo; cibo e stile di vita compresi.

L’espressione del nostro rapporto con il cibo spiega come trattiamo il corpo in quanto il cibo stesso, una volta assunto e metabolizzato, diventa il nostro corpo.

Oltre a “come mangi” si può aggiungere “cosa e quanto mangi” e ti dirò chi sei ed anche chi diventerai.

Prevenire le patologie ha a che fare con il comportamento quotidiano a tavola e con l’atteggiamento mentale verso la vita intera.

Ogni essere umano è unico e, in quanto tale, ha le sue personali necessità.

In ambito alimentare si parla di “fabbisogno energetico” che esprime la quantità di energia alimentare necessaria all’organismo per svolgere tutte le sue funzioni e per mantenere lo stato di salute. Il “bilancio energetico” indica le entrate e le uscite di energia (ossia la quantità di cibo introdotta che si trasforma in energia e la quantità di energia spesa per vivere) e determina la costanza oppure la fluttuazione del peso corporeo. Il conteggio è semplice: se quello che assumo lo spendo il peso rimane stabile, se eccedo o difetto il peso cresce o diminuisce.

Da non sottovalutare le variabili come l’età, il sesso, l’intensità di attività fisica, i fattori genetici che innalzano o diminuiscono il fabbisogno e la spesa energetica giornaliera.

Calcolare il fabbisogno energetico è compito dei professionisti sanitari specializzati in nutrizione, regolare le entrate e le uscite energetiche pure, ma è responsabilità del singolo metterle in atto.

Vero è che tutti, indipendentemente dalle variabili di età, sesso, dispendio energetico fisico indotto dal lavoro muscolare, hanno bisogno dei macro nutrienti (carboidrati, proteine, lipidi) e micro nutrienti (vitamine e sali minerali); il fabbisogno di questi ultimi è tarato su dosi minime (milligrammi o microgrammi).

Tutti i nutrienti per svolgere appieno la loro funzione devono essere bilanciati tra loro.

Quando si parla di alimentazione equilibrata si intende stabilire delle percentuali di macro nutrienti a copertura del fabbisogno del singolo che si esprime con il concetto del “buon mangiare” ossia della scelta oculata, varia e omnicomprensiva dei nutrienti.

In generale le percentuali sul totale del fabbisogno energetico sono:

  • 45-60% di carboidrati o zuccheri
  • 20-30% di lipidi o grassi
  • 15-25% di protidi o proteine

Il bilanciamento dei nutrienti serve ad evitare eccessi o difetti alimentari che possono generare carenze o surplus energetici e, quindi, potenziali disagi o patologie. Come sempre, una dieta varia capace di prevedere ed abbinare tutti gli alimenti in proporzioni consone, previene eventuali squilibri nutrizionali.

Un capitolo importante spetta all’atto masticatorio. Masticare lentamente, in presenza ossia senza distrazioni o facendo altro (per esempio parlare, leggere, scrivere, guardare altro che non sia il piatto) assicura una corretta digestione e assimilazione del cibo; entrambi avvengono solo se ogni boccone è opportunamente sminuzzato prima di essere ingoiato.

Trascurare per fretta, abitudine o ingordigia questo passo altera e rallenta i delicati passaggi digestivi e, non per ultimo, incide sul senso di soddisfazione e di sazietà.

L’accuratezza masticatoria permette di assaporare appieno ogni boccone ed è capace di “fermare il tempo”. Il rapimento dei sensi, la lentezza, la presenza fisica e mentale sono veri antistress assimilabili alla pratica della meditazione capace di indurre la calma interiore e lasciare andare ciò che appesantisce.

È stato appurato che annusare, osservare e masticare per bene il cibo rende il pasto un vero godimento e previene la tendenza a mangiare di più del dovuto.

Tutto questo richiede il tempo necessario!

ESISTONO DELLE STRATEGIE PER RALLENTARE E GODERSI IL PASTO:

  • mangiare seduti in un clima confortevole evitando ogni altra attività
  • apparecchiare la tavola con cura
  • fare piccoli bocconi appoggiando le posate durante la masticazione
  • comporre il piatto con fantasia ed estro sfruttando i colori e le dimensioni degli alimenti. Le verdure non dovrebbero mai  mancare ed offrono un piacevole effetto cromatico oltre che imporre, grazie alla preziosa presenza della fibra, una masticazione accurata

L’acqua è la molecola della vita: siamo principalmente composti da acqua ed ogni reazione e funzione metabolica avviene con e grazie ad essa.

Idratarsi adeguatamente è un imperativo; anche solo un piccolo deficit nel bilancio idrico provoca disagi fisici e mentali. Il fabbisogno idrico varia a seconda dell’età, del sesso, della fascia climatica in cui si vive, dell’attività fisica e del tipo di alimentazione (per esempio i vegetali sono ricchi di acqua).

Fai così

Una buona pratica è abituarsi a bere acqua spesso e a piccoli sorsi nell’arco della giornata onde evitare di “dimenticarsi” di bere, atteggiamento comune e assai pericoloso per la salute ed il benessere globale dell’uomo.

Idealmente, ad un adulto, servono 1,5/2 litri di acqua al giorno.

Bere fa rima con Vita: l’acqua è una forma preziosa di nutrimento cellulare ed è il veicolo di eliminazione delle scorie e delle tossine che preserva la perfetta funzionalità dell’intestino e dell’apparato urinario.